Recenti indagini dimostrano come, nei
paesi occidentali, il consumo di alcool sia aumentato in modo
consistente soprattutto in due fasce di popolazioni: tra i giovani in
cui si è abbassata drasticamente l'età in cui si comincia a bere, e
tra le donne.
Cambiano anche le abitudini e le
modalità di consumo, che si adegua ai nuovi stili di vita:
attualmente infatti, si preferisce un utilizzo moderato ma costante
durante la settimana, magari sfruttando le occasioni sociali come i
sempre più frequenti aperitivi serali.
Cosa comporta questo? Quali sono i
danni a lungo termine?
Nei giovani: l'alcool interferisce con
i processi di maturazione cerebrale, andando ad alterare la parte
cognitiva con ripercussioni sulla memoria portando quindi a
black-out, difficoltà di concentrazione, nervosismo ed astinenza;
Negli uomini adulti: probabili danni
neurodegenerativi, cirrosi, infarti, abbassamento della soglia di
aggressività;
Nelle donne adulte e non: il discorso
si deve approfondire in quanto il sesso femminile ha una maggiore
tendenza a sviluppare dipendenza, depressione e soprattutto, aumenta
la possibilità di tumore al seno, con una soglia di comparsa che
scende sotto i 50 anni.
Si sta diffondendo inoltre, una nuova
forma di DCA (disturbo del comportamento alimentare) chiamata
“drunkorexia” ossia la tendenza a mangiare sempre meno,
sostituendo il cibo con l'alcool per non ingrassare ma questo
comporta a lungo andare, sviluppo di carenze nutrizionali gravi che
favoriscono l'insorgere di patologie ancora peggiori.
La differente tolleranza femminile
all'alcool rispetto all'uomo è dovuta alla composizione corporea ed
alla diversa distribuzione di grasso che è presente in quantità
maggiore a discapito dell'acqua cellulare e di conseguenza, il grasso
tende ad accumularsi più facilmente nel sangue.
L'alcool ingerito, dopo essere stato
assorbito da stomaco ed intestino tenue, viene metabolizzato nel
fegato in due fasi:
- nella prima l'alcool è trasformato in un
composto detto acetaldeide da un enzima chiamato ADH (alcool
deidrogenasi)
- nella seconda fase l'acetaldeide è convertita in
acetato dall'enzima ALD (acetaldeide deidrogenasi).
Se la quantità
di alcool è eccessiva però, la trasformazione in acetato non riesce
ad essere fatta dagli epatociti e quindi viene riversata acetaldeide
nel sangue, che ad alte concentrazioni risulta tossica.
Ecco perchè quindi, è altamente
sconsigliato bere a stomaco vuoto: la presenza di cibo, infatti,
rallenta l'assorbimento da parte del fegato che riesce quindi a
smaltire l'alcool nei giusti tempi.
Alla luce di quanto emerso quindi, è
fondamentale cominciare un'opera preventiva di sensibilizzazione e di
aggiornamento, soprattutto a partire dalle scuole, per far capire
come quella che sembra essere una moda innocua, che consente una
lieve abbassamento della soglia di inibizione con una facilitazione
nei rapporti sociali, rappresenti in realtà un pericolo da non
sottovalutare.
Bibliografia:
- Di Matteo J, Reed SC, Evans SM (2012) - Alcohol consumption as a function od dietary restraint and the menstrual cycle in moderate/heavy("atrisk") female drinkers. Eat Behav, 13(£):285-8.
- Gupta S and Warner J (2008) Alcohol-related dementia: a 21st-century silent epidemic? The British Journal of Psichiatry 193:351-353.
- Ely M, Hardy R, Longford NT, Wadsworth ME (1999). Gender differences in the relationship between alcohol consumption and drink problems are largely accounted for by body water. Alcohol Alcohol.; 34(6):894-902.